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domenica 10 giugno 2007

Poesia in forma di rosa

Ascoltate Pasolini leggere il suo capolavoro poetico:
Poesia in forma di rosa...

Conosci tu il paese


Conosci tu il paese
dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendo
arance d'oro.
Un vento lieve spira
dal cielo azzurro
Tranquillo è il mirto,
sereno l'alloro.
Lo conosci tu bene?
Laggiù, laggiù
Vorrei con te,
o mio amato, andare!

di Goethe

Haiku (II)


Breve notte
-un fiore scarlatto
sulla cima della vite.
Nirvana di Buddha,
al di là dei fiori
e del denaro.

Che mondo,
dove i fiori di loto
vengono arati
e trasformati in campo

ISSA (1763-1827)

Haiku (I)


Possa chi porta
fiori questa notte,
avere la luce della luna.

KITAKU (1661-1707)

La ginestra o il fiore del deserto


Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti.
Anco ti vidi
De' tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna de' mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.
(...)
E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Né sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.

di Giacomo Leopardi

I limoni


Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantanoi ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria
che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri l
a nostra parte di ricchezza ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose s'abbandonano
e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente
ci metta nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana
che si allontana qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca
e ci riporta il tempo nelle città rurnorose
dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.

di Eugenio Montale

Lemon tree-Fools Garden


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L'agave


Nella sabbia
vuota conchiglia
forse vi abita
un piccolo genio
gabbiani indifferenti
attendono l'alba
sugli scogli
(minuscole isole)
arabeschi magici
sull'acqua color cobalto
appaiono
per il riflettersi della pineta
ma il mare
non fa eco
al canto degli uccelli
che abitano i pini
l'agave
non sa
che fiorire vuol dir morire .

di Gianni Fassina

Il fanciullo


V.
L'acqua sorgiva fra i tuoi neri cigli
fecesi occhio che vede e che sorride;
fecesi chioma su la tua cervice
il crespo capelvenere.
Fatto sei di segreto e di freschezza.
Fatte son di làtice
fluido e d'umide fibre le tue membra.
Il tuo spirto, dal fonte come il salice
ma senza l'amarezza
nato, le amiche naiadi rimembra;
tutte le polle sembra
trarre per le invisibili sue stirpi.
E se gli occhi tuoi cesii han neri cigli,
ha neri gambi il verde capelvenere.
Converse le tue canne sono in chiarivetri,
onde lenti i suonistillano come gocce da clessidre.
S'appressano i colúbri maculosi,
gli aspidi i cencri e gli angui
e le ceraste e le verdissime idre.
Taciti, senza spire,eretti i serpi bevono l'incanto.
Sol le bífide lingue a quando a quando
tremano come trema il capelvenere.
Sino ai ginocchi immerso
nella cupalinfa, alla venenata
greggia tu moduli il tuo lento carme.
Par che da' piedi tuoi torta sia nata
radice e di natura
erbida par ti sien fatte le gambe.
Ma il fior della tua carne
suso come il nénufaro s'ingiglia.
E se gli occhi tuoi cesii han nere ciglia,
neri ha gli steli il verde capelvenere.
(...)
di D'Annunzio

Il girasole


Oh, girasole, affaticato dal tempo!
Tu che conti i passi del sole,
bramando anche tu
quel luogo dorato
in cui il pellegrino
conclude il suo viaggio.
In cui il giovane
che si strugge nel desiderio
e la vergine esangue
nel suo sudario di neve
sorgono dalle loro tombe
e aspirano al luogo
in cui, mio girasole, vorresti andare!

di William Blake

Girasole - Giorgia


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La rosa nera


Il profumo ricorda
la notte senza stelle,
il colore, nessun colore.
Non farfalle, né api
si posano sui petali
villosi come ragni.
Sboccia improvvisa, tale
all’odio e la sua bellezza
promana sgomento.
Un abisso è il terreno
dove poggia, un filo spinato
lo stelo che la sorregge.
Le foglie sono di carne viva,
la rugiada, che su di lei
si posa, sono lacrime amare
perché il dolore, fecondo nutrimento,
l’accresce, laddove la speranza
con le radici da piovra annienta.
Non sappiamo dov’è, forse
all’interno di noi e prima o poi
sboccerà come un malvagio fiore.


di Pierluigi Pulone

Anima nella natura


Ogni fiore è un'anima
che sboccia nella natura.



di Gerard de Nerval

sabato 9 giugno 2007

L'oleandro


Erigone, Aretusa, Berenice,
quale di voi accompagnò la notte
d'estate con più dolce melodia
tra gli oleandri lungo il bianco mare?
Sedean con noi le donne presso il mare
e avea ciascuna la sua melodia
entro il suo cuore per l'amica notte;
e ciascuna di lor parea contenta.
E sedevamo su la riva, esciti
dalle chiare acque, con beato il sangue
del fresco sale; e gli oleandri ambigui
intrecciavan le rose al regio alloro
su 'l nostro capo; e il giorno di sì grandi
beni ci avea ricolmi che noi paghi
sorridevamo di riconoscenza
indicibile al suo divin morire.
"Il giorno" disse pianamente Erigone
verso la luce "non potrà morire.
Mai la sua faccia parve tanto pura,
non ebbe mai tanta soavità".
Era la sua parola come il vento
d'estate quando ci disseta a sorsi
e nella pausa noi pensiamo i fonti
dei remoti giardini ov'egli errò.
L'udii come s'io fossi ancor sommerso
e la sua voce avesse umido velo.
Ma reclinai la gota, e d'improvviso
tiepida come sangue dalla conca
dell'udito sgorgò l'acqua marina.
Pur, profondando nella sabbia i nudipiedi,
io sentia partirsi lentamente
il buon calor del tramontato sole.
E chi recise all'oleandro un ramo?
Io non mi volsi, ma l'amarulenta
fragranza della linfa della fresca
piaga mi giunse alle narici, vinse
l'odor muschiato dei vermigli fiori.
(...)
D'Annunzio

I gigli



Un petalo è caduto
come l’ala di un angelo…
È un giglio che sfiorisce
nell’ombra strana: un lutto
sconosciuto lo riempie,sembra.
Che devi piangere
sottovoce, in silenzio?Dimmi: di quale orrore
tu antivedi il preludio?
Voi lo sapete, candidie verdi gigli,
gigli delle Bermude,
gigli reali, che venite da lontano
a vederla sognare tristemente,
quando scende la sera.
Scivola un altro lungo petalo bianco,
come una lacrima nuda.
Il profumo si esalta e si estenua:
una pura cosa si disfa,
e muore qui…
È la tua anima, donna?O è il tuo sogno, fiore?

di Gérard d’Houville


sabato 26 maggio 2007

J 213 (1860)

Se la Campanula
si slacciasse il corsetto
Per il Bombo innamorato
Il Bombo la Campanula adorerebbe
Tanto quanto prima?
Se il "Paradiso" - persuaso -
Concedesse il suo fossato di perla
-L'Eden sarebbe un Eden,
O il Conte - un Conte?





di Emily Bronte

Amore e amicizia


Amore è come una rosacanina,
Amicizia è un agrifoglio
-È bruno l'agrifoglio
quando la rosa è in boccio
ma chi dei due verdeggerà più a lungo?
La rosa selvaggia è dolce in primavera,
i suoi fiori profumano l'estate,
ma aspetta che l'inverno ricompaiae
chi loderà la bellezza del rovo?
Sdegna la fatua corona di rose
e vestiti di lucido agrifoglio,
perché Dicembre che sfiora la tua fronte
ti lasci ancora una verde ghirlanda.


di Emily Bronte

giovedì 24 maggio 2007

Eterno


Tra un fiore colto e l'altro donato
l'inesprimibile nulla .

Ungaretti

Donna completa



Donna completa, mela carnale,
luna calda,denso aroma d'alghe,
fango e luce pestati,
quale oscura chiarità s'apre tra le tue colonne?
Quale antica notte tocca l'uomo con i suoi sensi?
Ahi, amare è un viaggio con acqua e con stelle,
con aria soffocata e brusche tempeste di farina:
amare è un combattimento di lampi
e due corpi da un solo miele sconfitti.
Bacio a bacio percorro il tuo piccolo infinito,
i tuoi margini, i tuoi fiumi, i tuoi villaggi minuscoli,
e il fuoco genitale trasformato in delizia
corre per i sottili cammini del sangue
fino a precipitarsi come un garofano notturno,
fino a essere e non essere che un lampo nell'ombra.
di Pablo Neruda

Il gelsomino notturno

E s'aprono i fiori notturni,

nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
e farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento . . .
È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
G.Pascoli

La pioggia nel pineto



Taci.

Su le soglie del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono,
e il mirto
altro suono,
e il ginepro
altro ancora,
stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono
come le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome Ermione.
Ascolta, Ascolta.
L'accordo delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo si fa
sotto il pianto che cresce;
ma un canto vi si mesce più roco
che di laggiù sale,dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco s'allenta, si spegne.
Sola una nota ancor trema,
si spegne,risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare l'argentea pioggia che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda più folta, men folta.
Ascolta.La figlia dell'aria è muta:
ma la figlia del limo lontana,
la rana,canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere;
non bianca ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi
fresca aulente,
il cuor nel petto è come pesca intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude ci allaccia
i malleoli c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove
su i nostri volti silvani,
piove
su le nostre mani ignude,
su i nostri vestimenti leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude novella,
su la favola bella
che ieri m'illuse,
che oggi t'illude,
o Ermione.


Gabriele D'Annunzio

Da "Waste Land"

Qui noi giriamo attorno al fico d'India

Fico d'India fico d'India
Qui noi giriamo attorno al fico d'India
Alle cinque del mattino.
Fra l'idea
E la realtà
Fra il movimento
E l'atto
Cade l'Ombra
Perché Tuo è il Regno
Fra la concezione
E la creazione
Fra l'emozione
E la responsione
Cade l'Ombra.
La vita è molto lunga
Fra il desiderio
E lo spasmo
Fra la potenza
E l'esistenza
Fra l'essenza
E la discendenza
Cade l'Ombra
Perché Tuo è il Regno
Perché Tuo è La vita è Perché Tuo è il...
E' questo il modo in cui finisce il mondo
E' questo il modo in cui finisce il mondo
E' questo il modo in cui finisce il mondo
Non già con uno schianto ma con un lamento

T.S.Eliot

 
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