Il fanciullo
V.
L'acqua sorgiva fra i tuoi neri cigli
fecesi occhio che vede e che sorride;
fecesi chioma su la tua cervice
il crespo capelvenere.
Fatto sei di segreto e di freschezza.
Fatte son di làtice
fluido e d'umide fibre le tue membra.
Il tuo spirto, dal fonte come il salice
ma senza l'amarezza
nato, le amiche naiadi rimembra;
tutte le polle sembra
trarre per le invisibili sue stirpi.
E se gli occhi tuoi cesii han neri cigli,
ha neri gambi il verde capelvenere.
Converse le tue canne sono in chiarivetri,
onde lenti i suonistillano come gocce da clessidre.
S'appressano i colúbri maculosi,
gli aspidi i cencri e gli angui
e le ceraste e le verdissime idre.
Taciti, senza spire,eretti i serpi bevono l'incanto.
Sol le bífide lingue a quando a quando
tremano come trema il capelvenere.
Sino ai ginocchi immerso
nella cupalinfa, alla venenata
greggia tu moduli il tuo lento carme.
Par che da' piedi tuoi torta sia nata
radice e di natura
erbida par ti sien fatte le gambe.
Ma il fior della tua carne
suso come il nénufaro s'ingiglia.
E se gli occhi tuoi cesii han nere ciglia,
neri ha gli steli il verde capelvenere.
(...)
di D'Annunzio
1 commento:
imparato molto
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